Origini della Razza


Tanto tempo fa, grazie alla selezione effettuata in alcune regioni orientali si ottenne una varietà di cane di taglia gigante, con la testa grossa e il muso più corto. I primi Molossi erano cani di taglia gigantesca, con le ossa molto robuste, dotati di una forza incomparabile e di un coraggio illimitato. Si diffusero in diverse regioni orientali. Nel secolo VI a. c. furono introdotti in Europa, compreso le Isole Britanniche, grazie alla fiorente rete di rotte commerciali stabilite dai Fenici. Questo mastino era molto ricercato per la sua ferocia e per il suo insuperabile coraggio, fu incrociato con i cani locali e, i britannici, svilupparono una specie di molossoide chiamato "Pugnace Britanni" di estrema ferocia utilizzato dagli abitanti dell'isola anche per lottare contro gli invasori Romani. Nonostante siamo molto lontani dall'attuale bulldog inglese conoscendo lo straordinario valore che avevano questi molossi lottatori possiamo capire come si è formato il carattere e la storia di questa razza che è diventata il simbolo e l'orgoglio di una nazione.


Storia della Razza


Bondogge o Bolddogge, più tardi Banddogge, diverse parole sono state usate prima di arrivare al nome Bulldog.

"The time when screech owls cry and Banddogges howl and spirit walk and ghost break up their graves. "Il Banddogges fu menzionato da William Shakespeare(1564-1616) nell'atto 1 scena VI dell'opera teatrale Enrico VI. Il nome Bulldog appare per la prima volta nel 1632 in una lettera in cui Prestwick Eaton,dalla Spagna, chiede a George Willingham due buoni esemplari per fare un regalo. Già molto tempo prima, nel regno di Enrico II, intorno al 1133, vi era il costume di organizzare lotte contro i tori. Dal momento che all'epoca i macellai procedevano loro stessi alla macellazione dei manzi che poi vendevano, si era diffusa l'usanza di far aggredire i bovini da macellare dai propri cani all'aperto in modo che le genti potessero vedere la qualità delle carni. La prima notizia certa è dell'anno 1209 all'epoca di Giovanni Senzaterra. Il signore della città Lord Stamford passeggiando sulle mura del suo castello vide due tori che lottavano per il possesso di una femmina. I cani di un macellaio si precipitarono sopra uno dei due tori riuscendo ad abbatterlo dopo una lotta feroce. Lord Stamford gustò tanto lo spettacolo che donò il terreno dove era avvenuto il combattimento all'unione dei macellai a patto che tutti gli anni un giorno prima delle sei settimane che precedono il Natale l'unione dei macellai riuscisse ad organizzare un combattimento simile a quello a cui aveva assistito.


Chiamato Bull-Baiting, questo combattimento tra i cani dei macellai e i tori infuriati divenne molto popolare in Inghilterra. Si scommettevano somme di denaro e la passione per il Bull-Baiting si diffuse in tutti i ceti sociali così come si diffusero le arene destinate a questo spettacolo, ne esistono ancora tracce al giorno d'oggi. Selezionato per ferocia e coraggio il bulldog divenne un animale ossessivo per combattività. Il toro era legato alle corna con una corda lunga 23 metri fissata al centro di una arena di forma circolare e si difendeva cercando di colpire l'addome del cane. Il bulldog sviluppò la tecnica di avvicinarsi quasi strisciando per evitare le corna del toro. Spesso i bulldog colpiti erano lanciati dal toro verso l'alto e i Bullots (i proprietari dei cani), per non perdere la scommessa, ammortizzavano la caduta con i grembiuli di cuoio tipici dei macellai o con canne di bambù di modo che il bulldog anche se ferito, a volte con le viscere esposte, potesse riprendere la lotta. I bulldog furono i cani più adeguati per questa lotta perché oltre alla tenacia e a una estrema ferocia vi era una incredibile resistenza al dolore. Dirigevano l'attacco al muso del toro e rimanevano in presa fino a quando la bestia cadeva esausta e dissanguata. Come si vede in antichi dipinti altre razze con il muso più lungo furono utilizzate per questo combattimento, però attaccavano il toro alle orecchie ferendosi con le corna quando il toro scuoteva la testa. I bulldog in quel periodo avevano un muso di media lunghezza, ma mai un muso lungo, esibendo una testa grande in virtù della discendenza dal Mastino Asiatico. 


Comparato con le altre razze il bulldog rappresentava tipicità distinte possedendo alcune caratteristiche molto particolari. La sua tecnica di attacco e il suo coraggio nel combattimento lo portarono a conquistare grande fama divenendo la razza esclusiva per la pratica di questo sport, conquistando illustri personaggi come i re Giacomo I, Riccardo III e Carlo I. La regina Elisabetta era appassionata di Bull-Baiting e offriva questo spettacolo come parte dell'intrattenimento agli ambasciatori e ai monarchi dei regni vicini. Nel 1795, nella città di Liverpool, si realizzò uno spettacolo in una diga secca in cui alla fine del combattimento sia i vincitori che i vinti venivano sommersi dall'acqua. Col passare dei secoli si cercò di formare sempre più il fisico e il temperamento di questi cani al combattimento creando una progressiva mutazione fisica e fissando geneticamente anomalie che risultavano adeguate al Bull-Baiting. Le zampe divennero più corte per strisciare meglio e per afferrarsi più efficientemente alle corna del toro, aumentò il prognatismo del muso per assicurare una presa più forte. Le rughe sopra il naso assicuravano lo scorrimento del sangue del toro in modo da non impedire la respirazione. Il cane poteva rimanere preso al toro per molto tempo e respirando senza difficoltà. I più resistenti al dolore, i più coraggiosi e i più feroci furono selezionati per la riproduzione. Generazione su generazione andava accentuandosi il profilo di un cane che guadagnava fama in tutto il mondo di ineguagliabile ferocia.


Questa selezione attraverso i secoli permise di ottenere un cane con caratteristiche fisiche e psichiche eccezionali. Quello che si ottenne fu un cane di forza straordinaria rispetto alla taglia. Nel Bull-Baiting che si era visto attraverso i secoli un bulldog alla volta lottava contro un toro e si scommetteva sul tempo che il bulldog avrebbe impiegato ad abbattere il toro. Con il tempo le regole del Bull-Baiting furono modificate, fu aumentato il numero dei bulldog in combattimento e si scommetteva su quale fosse il primo che riuscisse a mordere la testa del toro e a rimanere fermamente in presa. Il combattimento tra animali è stato vietato in Olanda nel 1698 e in Francia nel 1834. Gli inglesi si resero conto che la carneficina ingiustificata che questo sport rappresentava non era più ammissibile quindi, dopo molte polemiche, il governo inglese promulgò, nel 1835, una legge in cui si proibivano tutti i combattimenti tra animali. In Inghilterra il combattimento tra i cani aveva preso il posto del bull-baiting ed era molto diffuso, dopo la promulgazione di questa legge il numero di bulldog diminuì drasticamente. La razza fini' in mano a banditi e male intenzionati che proseguirono i combattimenti in clandestinità. Parallelamente autentici appassionati amanti della razza cominciarono a selezionare la razza per riscattarla da questa triste situazione. La razza non era remunerativamente interessante, però l'amore per questa e per il patrimonio genetico che si stava perdendo motivò questa reazione. I decenni seguenti furono utilizzati in un paziente lavoro di selezione dei bulldog che avessero un carattere equilibrato, docile e sicuro. Furono esclusi dalla riproduzione quei cani aggressivi, nevrotici o incostanti a favore di esemplari con una buona indole. II bulldog si stava trasformando in una razza sicura e adeguata a convivere con le persone. Il carattere del bulldog fu gradualmente rimodellato. La prima esposizione di cani venne organizzata in Inghilterra nel 1859. Gli inglesi furono i pionieri della cinofilia mondiale e il bulldog era al centro di studi e attenzioni quando , nel 1864, per descrivere come avrebbe dovuto essere un bulldog, Samuel Wickens scrisse il primo standard di una razza canina nel mondo, usando lo pseudonimo Philo-Kuon, poiché in quella epoca era considerato vergognoso scrivere di cani. Nel 1865, un anno dopo la redazione di Philo-Kuon un gruppo di allevatori fondò il Bulldog Club, il primo club dedicato a una razza canina. The Kennel fu fondato solo otto anni dopo nel 1873. The Bulldog Club (il secondo club di bulldog) chiuse le sue attività e nel 1875 fu fondato il Bulldog Club Incorporated (il terzo club di bulldog) che ancora oggi coordina le attività della razza in Inghilterra fra cui i tre più importanti campionati: Crufts, Bulldog of the Year e Bulldog Club Incorporated. Nel 1892 venne fondato a Manchester il British Bulldog Club. La prima esposizione canina fu organizzata nei giorni 28 e 29 giugno del 1859 a Newcastle-on-Tyne in Inghilterra ed era riservata alle razze Pointer e Setter. La prima esposizione in cui furono ammessi a partecipare i bulldog avvenne nei giorni 3 e 4 del dicembre 1860. Il primo bulldog a conseguire il titolo di campione fu King Dick, nato nel 1858 di proprietà di J. Lamphier e vincitore nell'esposizione di Birmingham del 1861. J.Lamphier, nel 1861, ispirandosi a King Dick scrive il primo abbozzo di standard. Discendente di King Dick fu il leggendario Crib giudicato prossimo alla perfezione. Sempre vincitore nelle esposizioni fu venduto negli Stati Uniti dove mori', l'anno seguente, di polmonite. Altri discendenti di King Dick che si distinsero nelle esposizioni furono Romanie e Michael anche se entrambi fecero una tragica fine. Romanie mori' di asfissia nel treno ritornando da una esposizione. Michael, venduto in Francia arrivò a Parigi esattamente lo stesso giorno in cui veniva assediata la città morendo in quella tumultuosa occasione. Basandosi su King Dick e su Crib, aiutato da altri esperti, Samuel Wickens, sotto lo pseudonimo di Philo Kuon, che significa amico del cane (cinofilo), scrisse un secondo standard che dopo essere stato approvato dal Bulldog Club, che si era costituito nel frattempo, fu pubblicato nel 1864. Il primo bulldog a essere iscritto al libro delle origini fu Adamo nato nel 1863. Quando il bulldog si trasformò in un cane da esposizione molte persone iniziarono ad allevarlo attratte da un guadagno facile. La selezione di esemplari sempre più tipici superò la normalità ottenendo esemplari con caratteristiche atipiche: teste enormi, arti cortissimi e condotti nasali inesistenti. Il bulldog divenne una caricatura di se stesso e iniziò a presentare gravi problemi. Si vedevano animali così deformati che neanche volendo erano in grado di effettuare le passeggiata con il padrone. Gli autentici amanti della razza si ribellarono contro questa moda del cane ipertipico. Fra le due fazioni che si formarono prevalse la via di mezzo. Si optò per una razza dotata di una costituzione fisica senza eccessi di nessun tipo.